ITINERARIO PER LA BILBAO REPUBBLICANA DI ERNESTO ERCORECA

L’idea è nata dalla necessità di far conoscere un’epoca fondamentale nella storia della nostra città. L’itinerario comprende gli anni ’30 del secolo scorso come complemento allo studio e alla comprensione critica di questo periodo. I 40 anni della dittatura sono stati un ostacolo insormontabile per molti aspetti della storia del nostro paese, e questo itinerario aiuta a scoprire i segni indelebili.

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Il percorso prevede numerose fermate, per un totale di 5 chilometri. L’obiettivo è quello di rivedere il periodo repubblicano a Bilbao, concentrandosi prima sul blocco di quelli che erano anti-monarchici (partito repubblicano, PSOE, ANV e gli intellettuali) e in secondo luogo, sui grandi temi che hanno segnato la vita politica della città durante quel tempo (l’insegnamento, la laicità, l’autonomia …) e, infine, lo sviluppo della guerra civile in città.

PRIMA FERMATA: IL CASINÒ REPUBBLICANO.
Il percorso inizia dietro il Teatro Arriaga, di fronte alla caffetteria «Amaya«.

casino rep por JoseProprio in questo locale si trovava il casinò repubblicano di Bilbao. Oggi i due piani sopra il bar sono occupati dal club taurino Cocherito, ma nel periodo repubblicano la più alta delle due verande che esistono e che si affaccia sulla via della Ribera era la sede del cosiddetto casinò.

Il Casinò Repubblicano di Bilbao è stato fondato nel 1893: ha sempre rivendicato la propria apertura e la propria non appartenenza ad alcun partito, essendo nato come incontro di varie tendenze. Aveva diverse sedi: Santa Maria 16, Ribera, Bertendona angolo Hurtado de Amézaga… ma solo dopo il 1910 si stabilì in Calle Nueva, 2, dove restò fino all’entrata delle truppe di Franco. Inoltre, in questo stesso edificio della Calle Nueva nacque prima la sede di Acción Republicana e subito dopo quella de Izquierda Republicana.

Nel Casinò Repubblicano si svolgevano molte attività ricreative e culturali: attività didattiche quali conferenze, corsi serali gratuite, consulenze giuridiche per i lavoratori, attività di svago, come le serate teatrali, musicali o letterarie, balli; attività commemorative dedicate a celebrare le feste come per esempio quelle dell’11 febbraio (anniversario della Prima Repubblica) o il 2 maggio (anniversario della revoca dell’assedio di Bilbao di 1874); o serate luttuose dedicate a commemorare le figure dei leader nazionali e locali. Inoltre, i casinò erano autentiche scuole di cittadinanza per i repubblicani, che imparavano la vera pratica politica democratica.

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I ribelli entrano a Bilbao, come si vede in una foto della Gaceta del Norte, mentre nel Club Cocherito qualcuno mostra la bandiera monarchica e al piano superiore si possono vedere i vetri rotti delle verande del casinò.

SECONDA FERMATA: SAN FRANCISCO, GRANAIO DEL VOTO REPUBBLICANO.
Dal locale «Amaya» andiamo verso il ponte della Merced, per attraversarlo, salire su il molo La Naja e prendere la strada Dos de Mayo.

Dos de Mayo kalea por JoseIl nome di questa via, come tutte intorno a essa (General Castillo Conde Mirasol, Hernani), viene dal 2 maggio di 1874, durante terza guerra carlista, quando Bilbao fu assediata dalle truppe assolutiste. Si tratta di un evento fondamentale nella cultura politica del sentire repubblicano bilbaino, per i valori di democrazia e laicità.

Ogni primo sabato del mese si celebra qui un mercatino alternativo che offre uno spazio di incontro e un’offerta piena di creatività, artigianato, vintage e design.

Saliamo adesso lungo la Calle Dos de Mayo fino all’incrocio con la Calle San Francisco, proseguendo lungo la stessa strada fino alla Plaza del Corazón de María. Questa zona, i quartieri Estación, San Francisco, Cortes e Bilbao La Vieja, furono il serbatoio dei voti repubblicani e socialisti. Era una zona a forte concentrazione operaia, che dalla Prima Repubblica ha optato per la Repubblica e, dal 1890, anche per il socialismo.

In questa zona è nato il socialismo basco, legato alla figura di Facundo Perezagua. Perezagua stato consigliere socialista di Bilbao per lunghi periodi. Ha partecipato alla fondazione, il 13 aprile 1921, del Partito Comunista dei Lavoratori Spagnoli, che sarebbe diventato il Partito Comunista di Spagna. Durante la Repubblica il bar di Perezagua si trovava in via Las Cortes, 24. È morto il 1° maggio 1935, e lo stesso giorno ma dell’anno successivo il comune gli ha dedicato la via Gimnasio. Nello stesso quartiere è cresciuto Indalecio Prieto, giunto con la madre e il fratello da Oviedo. Più tardi, Prieto è diventato deputato di Bilbao con tutto l’appoggio del suo partito ma anche dei repubblicani bilbaini.

TERZA FERMATA: L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE.
Continuiamo per Calle San Francisco fino a raggiungere la Plaza Corazón de María, accanto a le Scuole di San Francisco e di fronte a la Agrupación Socialista Tomas Meabe, la più antica di Bilbao.

grupo escolara Tomas Meabe por Casimiro 1Infatti, con il nome di questo politico socialista (Tomas Meabe) erano state originariamente battezzate le Scuole di San Francisco, la cui prima pietra fu posata il 1° maggio 1933 proprio dal Ministro Indalecio Prieto, e di Niceto Alcalá-Zamora, Presidente della Repubblica. La costruzione di questa scuola rientra nella politica seguita dal governo repubblicano, mirata ad ampliare ed estendere l’educazione. L’istruzione è sempre stata uno dei pilastri del sentire repubblicano. Il Ministro della Pubblica Istruzione, Fernando de los Ríos, ha lanciato un piano per costruire migliaia di scuole in tutta la Spagna per la lotta contro l’analfabetismo, che colpiva allora almeno un terzo della popolazione. Nel dicembre del 1932, ha annunciato in Parlamento che erano state costruite quasi 10.000 delle 27.000 scuole necessarie. Il Comune di Bilbao si è posto questo obiettivo e ha promosso un piano preciso per la costruzione delle scuole, in collaborazione con il governo. Il preventivo municipale aumentato drammaticamente, registrando una crescita del 30% dal 1931 al 1932. Secondo i repubblicani, a Bilbao nel 1931 c’erano circa 36.000 bambini tra i 3 e i 14 anni, di cui 8.000 erano scolarizzati 8000 in scuole nazionali, 6000 in scuole comunali e 7.500 in scuole private, rimanendo quindi 14.500 bambini senza scolarizzare.

QUARTA FERMATA: IL BINOMIO REPUBBLICANO-SOCIALISTA.
Proseguendo per via San Francisco verso il basso, troviamo le case numero 8 e 11 con la vecchia sede del Circolo socialista, un vecchio palazzo che adesso sfortunatamente si trova in uno stato di abbandono.

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Gli obiettivi perseguiti dalle Casas del Pueblo e dei circoli operai legati al socialismo chiaramente si riflettono chiaramente nelle regole del Circolo socialista di Bilbao, il cui obiettivo principale «è la propaganda socialista attraverso la diffusione della cultura in tutte le sue manifestazioni, il benessere e lo svago dei suoi associati, a tal fine si creerà una biblioteca e si organizzeranno conferenze didattiche, musicali, serate letterarie, musicali, d’arte e di ricreazione e tutto ciò che tenda allo sviluppo morale e intellettuale».
Approfittiamo di quest’occasione e di questa fermata per ricordare l’unione di repubblicani e socialisti, nel periodo della Restaurazione in primo luogo, nel chiamato “Binomio repubblicano-socialista”, e poi nella Seconda Repubblica, all’interno del blocco anti-monarchico e nel Frente Popular. Bilbao è stata la prima città in Spagna, in cui si è verificato l’unione elettorale tra repubblicani e socialisti. Fu nel 1907, due anni prima dell’unione a livello nazionale, quando entrambe le parti formano il Blocco Democratico. Nel 1909 e fino al 1918, repubblicani e socialisti bilbaini ebbero la rappresentazione della Villa di Bilbao nelle Cortes, e quindi inviarono al Parlamento di Madrid Horacio Echevarrieta e Indalecio Prieto.
Già nella Seconda Repubblica, repubblicani e socialisti, accanto ai membri dell’ANV, si presentarono insieme alle elezioni comunali del 12 aprile del 1931 dentro al Blocco Antimonarchico e, dopo, senza l’ANV, continuarono la loro unione per le elezioni alle Cortes Constituyentes, ottenendo 4 seggi per il distretto Vizcaya-capoluogo (Prieto, Araquistain, Aldasoro e Fatrás). Nel 1933, nonostante la rottura dell’unione della sinistra, a Bilbao si presentarono insieme. I candidati erano Prieto, Zugazagoitia, Azaña e Domingo. Anche se i repubblicani e socialisti persero le elezioni per la prima volta dal 1910 a Bilbao, vennero inviati al parlamento Prieto e Azaña. Nel 1936, repubblicani e socialisti, uniti all’ANV e al PCE nel Frente Popular, con i candidati socialisti Prieto e Zugazagoitia, il repubblicano Ruiz Funes e il comunista Carro. Il Frente Popular ha vinto, quindi ha anche inviato al parlamento i suoi quattro candidati.

QUINTA FERMATA: RONDA, GLI INTELETTUALI E L’ANV.
Adesso scendiamo lungo la via San Francisco fino al ponte di San Antón e poi incrociamo per immetterci nella via Ronda.
Ronda è l’ultima delle sette vie di Bilbao (las Siete Calles) del centro storico di Bilbao.

Casa Natal de Unamuno. Foto de Casimiro Castaño.

Casa Natal de Unamuno. Foto de Casimiro Castaño.

È anche la via che vide nascere l’illustre bilbaino don Miguel de Unamuno y Jugo. Lui è nato nel numero 16 della via Ronda. Proprio davanti a questa sua casa natale ci fermeremo un attimo per riflettere sul ruolo degli intellettuali nella Repubblica. Unamuno, oltre ad essere un militante socialista, è stato anche candidato alle “Cortes”. A Bilbao, come in tanti altri luoghi di Spagna, si è formato anche l’Associazione al servizio della Repubblica (Agrupación al Servicio de la República).
Proseguendo lungo la via Ronda, raggiungiamo il numero 32. Qui si trovava la Eusko Etxea, cioè la sede di Acción Nacionalista Vasca. Questo partito, che è stato fondato il 30 novembre 1930, ha rappresentato un nazionalismo di sinistra e laico. L’ANV ha partecipato con repubblicani e socialisti al blocco presentato alle elezioni comunali del 12 aprile a Bilbao. Grazie a tale accordo ha ottenuto sette consiglieri al Comune, al di sopra della forza rappresentata. Il suo ruolo era importante nei comitati di gestione, indirizzati ad ottenere lo Statuto di Autonomia. Ha dato anche al governo della Repubblica un ministro, che è stato l’architetto e consigliere comunale Tomás Bilbao.

SESTA FERMATA: LA FESTA DEL DUE DI MAGGIO.
Camminando lungo via Ronda arriviamo a la Plaza Unamuno (prima chiamata Plaza de los Auxiliares). Partendo da qui possiamo salire le scale che portano al vecchio cimitero di Mallona, dove oltre ad una vista privilegiata di Bilbao, possiamo vedere il monumento agli ausiliari. Se si vuole si può fare questa salita in ascensore visto che ce n’è uno nella fermata della metropolitana.

Photo : fête du 2 Mai 1933, jour où Ercoerca, Prieto et Alacalá Zamora participèrent à la marche. que Ercoreca, Prieto y Alcalá-Zamora encabezaron la procesión cívica.

Foto scattata durante la festa del 2 maggio 1933, in cui si vedono Ercoreca, Prieto e Alcalá-Zamora all’inizio del corteo civico.

 

Possiamo ripetere allora la processione civica che liberali, repubblicani e, poi, socialisti facevano ogni 2 di maggio in memoria degli eroi della libertà, coloro che difendevano Bilbao dai carlisti. Questa processione civica o corteo partiva dal palazzo del Comune, continuava lungo la via Sendeja, raggiungeva Bidebarrieta e poi girava per salire tutte le scale di Mallona.

Il corteo civico, consuetudine della Villa di Bilbao durante tutto il periodo della Restaurazione e la Seconda Repubblica è passato inosservato dagli abitanti della città nel corso degli ultimi 40 anni, dopo essere stato proibito nei precedenti 40 anni della dittatura. Franco è riuscito a fare dimenticare lo spirito e i simboli liberali di Bilbao, ma dopo, abbiamo sofferto anche una sfortunata mancanza di cooperazione da parte delle istituzioni democratiche.

Cementerio-de-MallonaDopo aver raggiunto Mallona, e dopo essere passati sotto l’arco del vecchio cimitero, ci troviamo davanti a quello che rimane della statua degli eroi della libertà.

Della maestosa figura femminile che simboleggia la forza di Bilbao contro i siti carlisti, con la sua corona di alloro in mano e quattro leoni ai piedi, appena rimane il pilastro sui cui si alzava la figura femminile. Le truppe che entrarono a Bilbao il 19 giugno 1937, composte soprattutto dai soldati carlisti (“requetés”), procedettero, come prima cosa, la mutilazione delle mani della figura visto che portavano gli allori e questi simboleggiavano la vittoria delle idee liberali contro lo spirito reazionario.

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SETTIMA FERMATA: IL COMUNE REPUBBLICANO.
Da Mallona, e superato il Parco Etxebarria, passeggiamo lasciando alla nostra destra i campi sportivi e scendiamo alla Piazza del Gas fino al Comune. Lì ci mettiamo davanti alla scultura di Oteiza.

Il 12 aprile 1931 si celebrarono le elezioni municipali, convocazione che aveva il carattere di plebiscito sulla forma di governo. A Bilbao vinse allora la candidatura anti-monarchica ottenendo 31 consiglieri. Il PNV ne ottenne 12 e gli monarchici solo 3. I 31 consiglieri sono stati distribuiti così: 12 il PSOE, 7 ANV e 12 i repubblicani (8 per il partito repubblicano autonomo, 3 per i radicali socialisti e 1 per la destra liberale repubblicana). Dopo i risultati delle elezioni nei capoluoghi di provincia, il re non ha avuto un’altra scelta che l’esilio, quindi si è proclamata la Seconda Repubblica il 14 aprile. A Bilbao la popolazione è scesa in piazza a festeggiare, concentrandosi intorno al comune soprattutto in via Sendeja.
Quello stesso giorno si sono formati i diversi comuni e nel caso di Bilbao fu eletto Ernesto Ercoreca come sindaco della città. A lui è dedicata nei pressi del Comune. Ercoreca era un veterano della politica municipale, perché, anche se eletto consigliere e dopo deputato provinciale per la prima volta nel 1911, nel 1905 era già apparso nelle candidature repubblicane.

Sul balcone del Comune di Bilbao, nella porta centrale, si può vedere uno scudo della città e sopra una corona murale repubblicana.

Sul balcone del Comune di Bilbao, nella porta centrale, si può vedere uno scudo della città e sopra una corona murale repubblicana.

 

OTTAVA FERMATA: LA LOTTA PER IL LAICISMO.
Dal comune incrociamo il ponte verso la via Buenos Aires. Arriviamo alla Plaza Circular e prendiamo la Gran Vía fino alla Piazza Elíptica. In questo punto ci mettiamo in mezzo alla piazza guardando lungo la Gran Via verso la piazza del Sagrado Corazón.

sgradoUno dei grandi nemici della Repubblica è stata la Chiesa, dati i tentativi di creare uno stato laico. Nei Paesi Baschi, la lotta tra la destra cattolica e la sinistra anticlericale ha una sua specificità perché il nucleo clericale era rappresentato proprio dal PNV, una forza, che anche se non ha contribuito a creare la Repubblica, sì si schierò con la legalità dopo il colpo di stato del 18 luglio 1936.
La questione religiosa ha causato seri scontri tra il governo municipale e l’opposizione “jeltzale” (del PNV), come è avvenuto in Parlamento tra le parti a favore della separazione tra Chiesa e Stato, e l’opposizione conservatrice, che ha cercato di continuare con i loro privilegi. Tuttavia, la discussione più virulenta è stata legata a la statua del Sacro Cuore di Gesù, costruita durante il periodo della dittatura di Primo de Rivera. Nella seduta del 3 gennaio 1933, il consigliere comunale socialista Santiago Aznar presentò una richiesta per la scomparsa del monumento al Sacro Cuore.

Un mese dopo, nella seduta municipale dell’8 febbraio, la commissione per lo sviluppo presentò una richiesta all’Apostolato della Preghiera per procedere alla demolizione del monumento al Sacro Cuore di Gesù. A questa richiesta si oppose il PNV, il quale voleva la sopravvivenza del monumento. Dopo un lungo e intenso dibattito, del quale si ricorda l’arringa del consigliere repubblicano Ambrosio Garbisu, finalmente il 15 marzo è stato deciso che si andava avanti con i lavori di rimozione della via pubblica del Monumento al Sacro Cuore. Pochi giorni dopo questa risoluzione, il 27 marzo 1933, invece si annuncia che Tomás Eguidazu, Mariano de Arostegui e altri ex sindaci della città hanno presentato un ricorso e che i giudici hanno deciso di sospendere temporaneamente la demolizione. La posteriore sospensione del Comune fino al trionfo del Frente Popular nel 1936 ha fatto sì che il monumento al Sacro Cuore sia rimasto in piedi fino ad oggi.

NONA FERMATA: L’AUTONOMIA
Se volgiamo lo sguardo a destra, vediamo l’Hotel Carlton. Questo palazzo fu sede della “lehendakaritza” cioè la presidenza del Governo basco.

El Gobierno vasco desde el Hotel Carltón.Foto Blog de Anasagasti
La Seconda Repubblica è stato un momento cruciale per il futuro assetto delle province basche in Spagna con l’apertura del processo di autonomia. La possibilità che le regioni che lo desideravano potessero essere dotate di uno Statuto di autonomia fu prevista nell’estate del 1930 nel Patto di San Sebastian, approvato un anno dopo dalla Costituzione.

Mentre in Catalogna tutte le forze autonomiste avevano contribuito alla costituzione della Repubblica, ottenendo una rapida approvazione dello statuto catalano nel 1932, nei Paesi Baschi, la forza più importante, il PNV, non era stata coinvolta nel Patto di San Sebastián e, di conseguenza, non c’era un processo statuario unitario ma due. Uno supportato dal PNV e dai carlisti, conosciuto come lo Statuto di Estella, e un altro sostenuto da repubblicani, socialisti e ANV, noto come lo Statuto de las Gestoras.

Una risoluzione del problema statuario basco giunge solo con la vittoria del Fronte Popolare nel 1936. Nazionalisti e populisti, con Prieto come dirigente, si misero d’accordo per emanare un nuovo statuto basco, approvato tuttavia con ritardo per l’inizio della guerra civile e non in vigore fino all’ottobre del 1936. Il governo basco prestò giuramento a Gernika il 7 ottobre 1936. Tra di loro c’erano 4 rappresentanti del PNV, 3 del PSOE, 2 repubblicani, 1 comunista e 1 ANV. Nonostante la rappresentanza del Fronte Popolare fosse maggioritaria, la presidenza è andata al “jeltzale” Jose Antonio Aguirre.
I rappresentanti del Fronte Popolare furono Aznar (PSOE, Industria), Toyos (PSOE, Lavoro), Grazia (PSOE, Assistenza Sociale), Aldasoro (Sinistra Repubblicana, commercio), Espinosa (Unione Repubblicana, Salute), Astigarrabia (Partito Comunista, Trasporti) e Nardiz (ANV, Agricoltura).

DECIMA FERMATA: DA CASERMA A CARCERE.
Dalla piazza Elíptica ci dirigiamo verso l’Alameda Rekalde. Proseguendo lungo questa strada si raggiunge la scuola dei Padri Scolapi (Escolapios).

escolapiosQuesto è un esempio di un edificio che, se durante la guerra era sede di uno dei battaglioni dei “gudaris” o miliziani baschi, dopo la fine del conflitto nei Paesi Baschi è diventato prigione. La scuola è stata caserma dei battaglioni “Rebelión de la Sal”, “Malato”, “Aralar” e “Sukarrieta”. Dopo la caduta di Bilbao, l’edificio è stato usato da Franco come spazio per gli arresti e le detenzioni, e lì sono stati rinchiusi 7.000 prigionieri politici, naturalmente privi di processo e senza capi d’accusa validi.

Bilbao campos-DeustoCamminando verso il fiume troviamo l’Università di Deusto. Questo è un altro esempio di quello che abbiamo detto prima, quindi si tratta di un edificio che durante la guerra è stato usato come caserma di alcuni battaglioni della “Columna Meabe”. Dopo la caduta della città, l’università è diventata un campo di concentramento sotto il comando dell’ispettore colonnello Martin Pinillos. Il centro di detenzione illegale e extragiudiziale apparteneva all’amministrazione militare e fu usato per internare e schedare, senza processo, prigionieri repubblicani. Nei suoi anni di attività, dalla seconda metà del 1937 fino all’inizio del 1940, persero la vita 331 persone, 188 di loro vittime di esecuzioni e 143 di malattie. Il campo di Deusto era importante come serbatoio di battaglioni di mano d’opera per i diversi battaglioni disciplinari di lavoro, come le miniere, le industrie di guerra, le opere di ricostruzione o addirittura in lavori come l’aeroporto di Sondika.

UNDICESIMA FERMATA: LA CADUTA DI BILBAO
2013-07-15 09.40.43Dopo essere arrivati al Museo Guggenheim siamo scesi al fiume. Da lì camminiamo verso la statua dedicata a Ramon Rubial, nel 1978, Rubial è stato eletto presidente del Consiglio Generale Basco che fu l’embrione del futuro Governo Basco.

Siamo nel posto giusto per spiegare gli ultimi giorni del Bilbao repubblicano prima della sua caduta, e rivolgiamo lo sguardo verso il Monte Artxanda.
Alla fine del marzo 1937, dopo il ristagno del fronte di Madrid, i ribelli si dirigono verso i territori cantabrici fedeli alla Repubblica, isolati per colpa della vittoria su quasi tutta la provincia di Gipuzkoa e la cui frontiera era rimasta alle porte di Bizkaia. Un territorio che, inoltre, poteva fornire grandi risorse alla fazione nazionale. Dall’inizio dell’anno, diversi paesi di Bizkaia soffrirono frequenti bombardamenti, il che provocò gravi perdite e intimorì la gente. Indimenticabili esempi di questa barbarie furono i bombardamenti di Durango, il 31 di marzo e Gernika, il 26 aprile.
lg bilbao IV 19-6-38I ribelli si avvicinarono a Bilbao, e l’11 giugno cominciò l’assalto al “Cinturón de Hierro”. Il 12 giugno, dopo un forte attacco con batterie e bombardamenti aerei, l’assedio di Bilbao fu rotto dai nacionales all’altezza di Monte Gaztelumendi, a 10 km dal centro di Bilbao. Il 13 giugno Aguirre diede l’ordine di difendere Bilbao, ma era chiaro che, con l’arrivo dei nacionales ai monti che circondano la città, la sua difesa era impossibile, così dopo il 14, con Bilbao praticamente circondata, la preoccupazione del governo fu quella dell’evacuazione della popolazione civile.
Tre giorni dopo la rottura del «Cinturón», fu attaccato il Monte Artxanda, e cadde la zona compressa tra Santo Domingo e il Fuerte Banderas. Dopo aver conquistato la zona montuosa di Artxanda, le truppe di Franco si misero sul monte Pagasarri, quindi l’assedio di Bilbao era quasi completato. C’era solo una via d’uscita: la strada che costeggia il fiume Nervión da Bilbao a Zorroza.
Il 16 il governo basco si riunì con i superiori militari, e decise la ritirata dell’Esercito. Le operazioni di evacuazione dovettero fare i conti con la difficoltà che dal monte Banderas, batterie di Franco controllavano quasi tutta la strada del Nervión. La notte del 16 al 17 giugno si aprirono strada e recuperarono il Fuerte Banderas, Berriz, Artxandasarri, il Mulino e il cammino di Artxanda fino all’incrocio di Santo Domingo, sopportando durante tutta la giornata i continui attacchi delle truppe di Franco.
Il 17, il Governo Basco si trasferì a Trucíos, rimanendo a Bilbao i consiglieri Aznar, Astigarrabía e Leizaola per sorvegliare la ritirata. Lo stesso giorno caddero su Bilbao circa 20.000 bombe, come un anticipo dell’assalto terrestre finale. Il 18 giugno si diede l’ordine di ritirare le ultime truppe dalla città. Il 19 l’ultima di queste unità usci da Bilbao all’alba, lasciandola libera di “gudaris” e miliziani visto l’imminente arrivo dei nazionali. Senza trovare resistenza, il pomeriggio del 19 giugno 1937, le truppe fasciste occuparono Bilbao iniziando la fine del Frente Norte.

 

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6 respuestas a ITINERARIO PER LA BILBAO REPUBBLICANA DI ERNESTO ERCORECA

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